La cucina italiana non è solo simbolo di cultura e tradizione, ma rappresenta anche uno dei motori più importanti dell’economia turistica del Paese.
Il riconoscimento come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità rafforza questa consapevolezza e apre scenari concreti per territori, imprese e proprietari di immobili.
Più turismo attratto dall’esperienza
Quando una tradizione viva come la cucina entra ufficialmente nel patrimonio UNESCO, l’effetto non si limita al prestigio culturale. Si attiva un meccanismo virtuoso che coinvolge viaggi, ospitalità, ristorazione, produzioni locali e, indirettamente, il mercato delle case.
Le stime relative a questo ambito riconoscimento indicano un aumento significativo delle presenze turistiche nei primi anni successivi al riconoscimento, con incrementi iniziali rilevanti e una crescita più stabile nel medio periodo.
Tradotto in numeri, questo significa milioni di visitatori in più, attratti non solo dalle città d’arte, ma dal desiderio di vivere l’Italia attraverso la cucina.
È un turismo che cerca esperienze autentiche: mercati locali, trattorie tradizionali, corsi di cucina e degustazioni. I visitatori potrebbero fermarsi più a lungo e scegliere sistemazioni che permettano di vivere come un locale, con un impatto diretto sulla domanda di immobili turistici.
L’indotto che cresce con l’ospitalità
L’aumento delle presenze avrebbe anche un impatto su tutto l’indotto, come ristoranti, attività culturali e produttori agricoli. Ma anche sul settore immobiliare legato alla ricettività.
Negli ultimi anni, la spesa dei visitatori internazionali in bar e ristoranti italiani ha superato i dodici miliardi di euro, con previsioni di ulteriore crescita. A questo si aggiunge il turismo enogastronomico in senso stretto, generando miliardi di euro di spesa diretta.
Per chi possiede una casa in Italia, soprattutto in aree di interesse culturale e artistico come la Toscana, questo scenario rappresenta opportunità concrete: una domanda orientata alla qualità e all’autenticità, capace di valorizzare immobili ben inseriti nel territorio.
Case, territori e nuove forme di attrattività
Il riconoscimento UNESCO rafforza anche l’attrattiva dei borghi e delle campagne, dove il legame tra casa, territorio e cucina è più evidente. Una cucina attrezzata, la vicinanza a produttori locali e la possibilità di partecipare a esperienze gastronomiche diventano elementi distintivi per un immobile.
Sempre più proprietari scelgono di arricchire la proposta di soggiorno con esperienze legate al cibo, mentre chi investe guarda a immobili in grado di intercettare questa domanda crescente: appartamenti, casali, ville capaci di offrire uno stile di vita, non solo un alloggio.
Ma è un valore che va oltre il breve periodo. Il riconoscimento UNESCO agisce come un moltiplicatore di immagine e competitività internazionale: rafforza il posizionamento dell’Italia come destinazione di qualità e rende più competitivo tutto il sistema turistico. Per il mercato immobiliare questo significa stabilità e prospettiva, un asset concreto e duraturo.
Il punto di vista di Simone Casani, Vicepresidente FIAIP Pisa‑Lucca
Il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio UNESCO non è solo un prestigio culturale: ha effetti reali sul turismo e, di conseguenza, sul mercato immobiliare. Per chi possiede o investe in una casa in Italia, significa maggiore attrattiva, nuove opportunità di affitti turistici e la possibilità di valorizzare il territorio attraverso esperienze autentiche legate al cibo. È un segnale chiaro: chi investe nel patrimonio immobiliare italiano oggi, investe anche nel futuro dell’ospitalità e dell’economia locale.

